venerdì 14 marzo 2014

Girare per musei



MUSEI DI TODI

a cura di Adriana Tudorancea

Immagini a cura di Michela Bernardini


Il Museo Lapidario
Il Museo Lapidario di Todi è ospitato all’interno del monastero francescano “Delle Lucrezie”, di cui occupa la ex chiesa dedicata a San Giovanni Battista e i due locali attigui, con apertura sul chiostro del monastero da cui è possibile godere di uno dei più suggestivi scorci panoramici sul centro storico della città e sulla valle del Tevere. All’interno del museo trova spazio una raccolta di materiali lapidei di età romana, medievale e moderna tra le più antiche dell’Umbria dopo quella di Gubbio. La collezione nasce nel periodo umanistico e successivamente venne arricchita di ritrovamenti archeologici di notevole interesse che testimoniano la vitalità artistica del territorio.
Entrando nella reception l’attenzione del visitatore viene subito catturata dalla gigantografia fotografica del centro storico della città di Todi per poi giungere ad una sala in cui si può assistere alla proiezione di un video che racconta la storia della città. La prima sala ospita i materiali che appartengono al periodo pre-romano e romano, mentre la seconda (ovvero la ex chiesa di San Giovanni Battista) presenta una struttura sinusoidale che vuole indicarci lo scorrere del tempo a cui sono legati i manufatti esposti. Sul lato destro della sala uno schermo proietta immagini e filmati che illustrano i pezzi esposti fruibili allo spettatore in successione oppure a richiesta scegliendo personalmente il reperto che interessa.
Il gioco di luci riveste un ruolo di notevole importanza in questo allestimento perché permette l’esaltazione dei materiali con cui sono stati realizzati questi oggetti. Fondamentale risulta anche la cura della grafica che ha reso accattivanti i contenuti della mostra.


Il Museo Pinacoteca
Il museo di Todi, riordinato e riaperto al pubblico nel 1997, è ospitato all'ultimo piano dei Palazzi del Podestà e del Capitano del Popolo. Il percorso al suo interno prevede inizialmente la visita al Museo della città che costituisce la memoria storica del territorio tuderte ed in cui si sono volute ripercorrere le sue vicende attraverso materiali ed oggetti che ne illustrino alcuni momenti di particolare importanza.
Fra le opere qui esposte ricordiamo la pregevole lastra marmorea risalente al sec. X - XI e raffigurante S. Fortunato, il Cristo Redentore e S. Cassiano, il modello ligneo del tempio della Consolazione risalente forse al 1571 ed attribuito a Ventura Vitoni, e la sella di Anita Garibaldi.

Seguono le cinque sezioni tipologiche:

Nella prima, quella ARCHEOLOGICA, a testimonianza degli stretti legami commerciali tra Todi e la vicina Volsinii (Orvieto) troviamo delle ceramiche attiche a figure rosse e nere, alcuni oggetti adibiti ad uso domestico o ad ornamento femminile, e le terrecotte architettoniche tra le quali spiccano le antefisse a testa femminile che ancora conservano tracce dell'originaria colorazione.

La seconda sezione, quella NUMISMATICA, comprende monete preromane, greche, romane repubblicane e imperiali, ostrogote, bizantine, medievali e moderne, per un totale di 1475 esemplari.

Nella terza sezione, quella dei TESSUTI, sono esposti paramenti sacri e manufatti artigianali di varie epoche e provenienze, di notevole interesse per la pregiata qualità dei materiali.

La quarta sezione, dedicata alla CERAMICA, comprende il vasellame, prevalentemente di uso comune, che va dall'VIII sec. al XVIII sec. e che è stato prodotto in ambienti diversi.

Troviamo infine la PINACOTECA, nella quale si può ammirare la pala di Giovanni di Pietro detto lo Spagna (uno dei più importanti discepoli del Perugino) con l'incoronazione della Vergine.


Il Museo della Civiltà Contadina
Il Museo è situato in località Bodoglie, a Pian di Porto di Todi. Fondato nel 1987 da Tersilio Foglietti e dedicato al figlio Leonardo prematuramente scomparso, il museo propone temi del lavoro e della vita quotidiana in un contesto rurale che va fino agli anni Cinquanta del Novecento. Sono stati ricostruiti alcuni ambienti tipici della casa contadina (cucina, camera da letto, cantina), tutti con arredi e utensili d'epoca (telai, forno, lampade e lanterne). Inoltre sono raccolti attrezzi usati dagli artigiani, giochi infantili, macchine agricole, lampade e lanterne, bilance e pesi.

Vini umbri pregiati

                                                   VINI ROSSI E BIANCHI DELL'UMBRIA

                                                           a cura di Michela Bernardini




VINI ROSSI:

TORGIANO DOC ROSSO
Sono utilizzate per la sua realizzazione uve Sangiovese, Canaiolo nero e Trebbiano toscano. Supera tutte le caratteristiche che contraddistinguono un grande vino; è di colore rosso rubino, strutturato e importante. Gradazione di 12 gradi.

VINO TORGIANO ROSSO RISERVA DOCG
Utilizzo di uve Sangiovese, si presenta con un colore rosso rubino, di sapore corposo, con acidità equilibrata e asciutto.

SAGRANTINO DI MONTEFALCO DOCG
Il migliore vino della regione con origini a partire dal Medioevo e prodotto con vitigni esclusivi Sagrantino. E’ un vino armonico e asciutto di colore rosso rubino con venature sul viola che con l’età tendono al granata. Gradazione di 13 gradi.

VINO COLLI ALTOTIBERINI DOC
Vino rosso di rinomata fattura e tradizione. Le viti utilizzate sono presenti nei comuni di Perugia, Città di Castello, Umbertide e Gubbio. Colore rosso rubino da chiaro a intenso che si presenta con sentore di viola, delicato, di sapore asciutto, rotondo e di buon corpo.

VINO COLLI PERUGINI DOC
Vino rosso premiato come miglior vino umbro. Sono utilizzate uve Sangiovese e si presenta con un colore rosso rubino intenso, con sapore delicato, corposo, sapido e asciutto.

VINO LAGO DI CORBARA CABERNET SAUVIGNON DOC
Utilizzo di uve Cabernet Sauvignon, con colore rosso rubino e un gusto pieno, vellutato e giustamente tannico.

VINO ROSSO ORVIETANO CANAIOLO DOC
Utilizzo di uve Canaiolo, di colore rosso rubino che verte al granato con gusto vellutato con il bouquet tipico del Canaiolo, all’olfatto delicato.



VINI BIANCHI:

TORGIANO DOC BIANCO
Ha origini antichissime fin dai tempi dei Romani, attraverso l’uso di uve Trebbiano Toscano, Grechetto; è uno tra i migliori vini bianchi della regione. Appare di un colore giallo paglierino, sprigionando all’olfatto un fresco profumo di agrumi e fiori di campo, con un gusto al palato fruttato e fresco. La percentuale alcolica è di 11, 5 gradi.

COLLI DEL TRASIMENO DOC
Utilizzo di uve Grechetto, Chardonnay, Pinot Bianco e Grigio, Trebbiano. Appare di un colore giallo paglia con una intensità variabile, con riflessi verdognoli, all'olfatto risultano sentori di fiori bianchi, mandorla e mela. Assaporandolo si rivela fresco, ammandorlato e vinoso. Ha una gradazione di 11 gradi.

GRECHETTO COLLI MARTANI
Le sue origini di coltivazione partono dal tempo dei Greci. Creato in prevalenza da vitigni Grechetto, Malvasia, Garganega e Verdicchio, Trebbiano Spoletino o Toscano. Presenta un colore giallo oro brillante con profumi di sottobosco e muschio; è un vino importante, assaporandolo si rivela signorile, secco con retrogusto di uva passita. Ha una percentuale alcolica di 11,5 gradi circa.

ORVIETO CLASSICO
Utilizzo di uve Malvasia, Grechetto, Canaiolo Bianco, Trebbiano Procanico, Verdello; ad oggi è un vino molto caratteristico della regione. Si presenta al palato morbido e pieno con sensazioni di mandorla leggermente amarognola. All'esame visivo è di colore giallo paglierino tenue; è un vino fresco con aromi di muschio, fiori e frutta. Ha una gradazione di 11, 5 gradi.

ASSISI GRECHETTO DOC
Formato da uve Grechetto. Appare di un colore paglierino tenue; assaporandolo risulta essere asciutto, lievemente amarognolo, fruttato, armonico, al naso gradevole. Ha una gradazione di circa di 11, 5 gradi.

COLLI AMERINI MALVASIA DOC
E' un vino molto esportato, realizzato tramite la sapiente miscelatura di vitigni provenienti dalle zone di Sangemini, Terni, Attigliano, Giove, Penna in Teverina da cui deriva un un vino inimitabile. Di colore giallo paglierino, appaga la vista, appare fruttato e persistente, di sapore vinoso, vellutato, e gradevole.

COLLI DEL TRASIMENO DOC
Utilizzo di uve Trebbiano, Grechetto, Chardonnay, Pinot Bianco e Grigio, ad oggi è tra i più ricercati vini della regione. Appare di un colore giallo paglia con intensità variabile, con riflessi verdognoli, presenta sentori di fiori bianchi, mandorla e mela, fresco, ammandorlato e vinoso. Ha una gradazione di 11 gradi circa.



venerdì 7 marzo 2014

Todi: dove si dorme?



HOTEL, RESIDENZE D'EPOCA, LOCANDE A TODI

A cura di Irina Alexandra Anton, Margherita Boccali, Matteo Gervasi
Rebeca Alexandra Stanciu e Adriana Tudorancea

Immagini a cura di Michela Bernardini





Hotel Bramante (4 stelle)
E' situato nella parte alta del colle di Todi, di fronte ad un'incantevole vallata e circondato da un panorama mozzafiato. Dispone di 57 camere. Offre una piscina stagionale all'aperto e un bar a bordo piscina, campo da tennis, calcetto, centro benessere, centro congressi, Wi-Fi gratuito ed ascensore per il centro storico a 300 metri di distanza. Questo hotel accetta l'ingresso di animali.


Hotel Fonte Cesia (4 stelle)
Situato nel cuore della città medievale di Todi, a soli 200 metri dalla cattedrale, il Fonte Cesia offre un ristorante tradizionale, camere climatizzate e la connessione Wi-Fi gratuita in tutta la struttura. Le sistemazioni del Cesia occupano un edificio ristrutturato risalente al XVII secolo e vantano una TV, un minibar, un bagno privato con doccia e, in alcuni casi, un balcone. L'elegante ristorante sfoggia antichi soffitti a volta e una terrazza con vista sul centro della città. Gli ospiti potranno usufruire di vari servizi, tra cui un bar, un ristorante, un punto internet ADSL e due sale meeting.


Hotel Tuder (3 stelle)
L'Hotel Tuder e' situato in posizione panoramica a 500 metri dal centro storico di Todi (anticamente Tuder). È un tranquillo ed elegante hotel che vi darà la possibilità di godere delle bellezze storiche della città di Todi e delle altre città dell'Umbria. Aperto tutto l'anno, offre vari servizi tra cui un bar, ristorante con piatti regionali e particolarmente curati, dispone anche di una sala attrezzata per riunioni e meeting, due sale per banchetti e ricevimenti, di un ampio parcheggio e garage privato, di sala Tv e conversazione, di ascensore e di tutti i confort per disabili. Il ristorante dell'Hotel Tuder propone specialità della cucina umbra e particolari piatti tipici della casa.


Hotel Villa Luisa (3 stelle)
Situato a soli 1500 m dalla magnifica Piazza del Popolo. E’ molto bello e accogliente, ci sono grandi stanze ottimamente riscaldate con ogni comfort. Villa Luisa offre una piscina scoperta, un bar e connessione wireless a Internet gratuita. Dispone di 38 camere arredate in modo moderno, dotate di letti, telefono diretto, tv sat, aria condizionata, servizio in camera, bagni con asciugacapelli, set cortesia e alcune hanno un balcone con vista sulla vallata.


Residenza D'Epoca San Lorenzo 3
Nel centro di Todi, a 80 metri dalla Cattedrale, la Residenza D'Epoca San Lorenzo 3 dispone di un giardino, di una terrazza panoramica, di un soggiorno comune e di camere in stile del XIX secolo. Tutte le camere dispongono di bagno privato e sono elegantemente arredate con mobili in legno scuro e pavimenti in parquet o cotto. Alcune vantano inoltre soffitti con travi a vista. Al San Lorenzo potrete rilassarvi nella tranquillità delle aree comuni oppure distendervi su una delle panchine, sedie o poltrone della terrazza. Il soggiorno comune è inoltre dotato di divani, nonché di una biblioteca e di un caminetto. La prima colazione viene servita ogni giorno nella sala da pranzo climatizzata e consiste in un buffet con piatti sia dolci che salati, comprendente fra l'altro torte e crostate fatte in casa, tè o caffè.


Locanda degli Alberti
Dispone di 7 accoglienti stanze. Ogni camera ha il pavimento in legno piallato a mano ed è arredata con mobili coloniali con l’utilizzo di essenze naturali che ben si accompagnano allo stile dell'antica costruzione medievale. Tutte munite di riscaldamento ed aria condizionata regolabili in autonomia, le stanze sono state concepite per offrire la massima tranquillità per tutti gli ospiti presenti, per questo si è deciso di non utilizzare musica diffusa e impianto TV in camera. La Locanda degli Alberti è la dimora ideale per godere del relax e del comfort. Una sala TV con spazio lettura e internet point è disponibile per gli ospiti. La locanda dispone anche di una saletta ristorante per la prima colazione. Locanda degli Alberti offre varie tipologie di camere in un'atmosfera informale, calda, familiare e romantica, nella privacy e tranquillità che solo il cuore antico del borgo di Todi può offrire.

martedì 4 marzo 2014

La ricetta tipica di Todi: le palombe alla ghiotta



LA RICETTA TIPICA DI TODI: PALOMBE ALLA GHIOTTA

a cura di: Khadija El Kajjyouy, Roberta Lopreiato E Valentina Picchianti

Immagini a cura di Michela Bernardini


PALOMBE A LA GHIOTTA (in dialetto tuderte)
Anche 'sta volta ce arisemo nco le palombe e ce ne vole mezza peruno, si nsete sprocedati.
Alora: pijate 'ste palombe, le sparate, le pulite benino e ce mettete 'ntorno 'na fetta de progiutto e du fojne de salvia e pue le 'nfilzate nto lo spieto.
Nte la ghiotta, che è pue 'ntegamino de ciccia nco le zampette e 'mbecco missa sotto lo spieto p'arcoje 'l sugo, ce se mette mezzo bicchiere de vino rosso, mezzo d'olio, du o tre specce d'ajo, 'mpo de salvia, 'na cucchiarata de capperi sale e pepe.
Ntanto che le palombe se coceno, se spennellano nco 'l sugo de la ghiotta.
Doppo n'oretta le palombe son cotte e se tajano a pezzetti, je se liveno i rigaji e se metton nte la ghiotta.
Se spiaccica n'alice 'nsieme ai rigaji e se mischia tutto nte la ghiotta che se lascia pe 'npo vicino al foco.
Pue se passa 'l sugo e se serve, magara co du crostini.




PALOMME CON LA JJOTTA (Da Vocabolario del dialetto di Todi e del suo territorio)

Piatto tradizionale tuderte:
donca, quanno hai pelato e llovato la palòmma jj'hai da tajjajje la capòccia e, ssinza sbudellalla, l'hai da nfilà su lo spidòne.
Sòtto a le palòmme ce se métte la leccarda do ce se méttono tré o quattro ucellétti, pu le capòcce sinza bbécco e òcchji e mmènze scocciate co la mannarètta; pu ce se mèttono sett'òtto ulìe nère ttrè qquattro vèrde, òjjo, tresomarino, sàrvia, ajjo, acèto e ttrè jjanne sinza scòrza e screciate ntol mortajjo, pu m bicchjère de vino nèro pe ppalòmma.
Gni tando tòcca mollà le palòmme cor zugo de la leccarda.
Quanno so mmènze còtte ce se bbutta popò d'acèto, pu se levano, se spèzzono, se bbàttono i budèlli ndol mortajjo e sse passa la jòtta.
Pu se mètte a bullì nde na tèjja de còccio co sta jjòtta.
Dòppo ddu òra hònno da bbullì cchjano chjano, sàcciono prònde.
 

PALOMBE ALLA GHIOTTA versione di Cecanibbi (www.iltamtam.it)
Ghiotta:
Pisto: testa, collo, zampe, punte delle ali di 5 palombe e 6-7 uccelletti; 20 chicchi di pepe; 1-2 becche di aglio; 2 stecche rosmarino; 1 pugnetto di salvia; 1 + 1/3 di bicchiere di aceto; 3,5 litri di vino nero invecchiato; 1/3 di bicchiere di olio.
In una casseruola voluminosa si mette il “pisto”, aceto, becche di aglio, pepe, rosmarino e salvia. Il tutto si fa bollire “a fiamma media”, mescolando in continuazione fino ad evaporazione completa dell’aceto.
Dopo si aggiunge tutto il vino e 1/3 di bicchiere di olio extravergine di oliva. Si misura la profondità del miscuglio con il mestolo ed il tutto deve bollire fino a quando tale profondità del miscuglio si riduce di un terzo (circa 2 ore di bollitura).
La “ghiotta” è arrivata quando nel miscuglio si vedono salire le bollicine.

Palombe:
Circa mezz’ora prima che sia pronta la “ghiotta”, si mettono le palombe sullo spiedo con buon carbone ma senza fiamma. La cottura dura circa 25 minuti. Il sale deve arrivare bene in tutte le sue parti, in quanto nella ghiotta non si aggiunge sale.
Le palombe, una volta cotte, si sventrano immediatamente a caldo. Gli intestini si mettono con la ghiotta; i “maghetti”, dopo averli pelati, si mettono insieme ai pezzi delle palombe, pezzi che devono essere piccoli e messi in un piatto profondo o meglio in una casseruola di ceramica.

Poi si procede a “passare”, dopo aver tolto gli spicchi d’aglio, il “pisto” ancora bollente e quindi lo si distribuisce uniformemente sui pezzetti delle palombe.
Prima di essere servito a tavola, il tutto deve essere portato in ambiente fresco per essere adeguatamente raffrescato.


PALOMBE ALLA GHIOTTA (Il cucchiaio d’argento - www.cucchiaio.it)
Ingredienti:
2 palombe eviscerate
1 bicchiere e 1/2 di vino rosso
1/2 bicchiere di aceto
2 alici
3 spicchi d’aglio
2 rametti di rosmarino
buccia di limone
salvia
chiodi di garofano
pepe in grani
8 cucchiai d’olio
sale
pepe
4 fette di pane tostate

In una ciotola emulsionate due cucchiai d’aceto con quattro cucchiai d’olio, sale e pepe. Preparate la leccarda: versatevi il vino e il restante aceto, aggiungete 3-4 cucchiai d’olio, la buccia di limone, alcune foglie di salvia, il rametto di rosmarino, due spicchi d’aglio, alcuni grani di pepe e due chiodi di garofano. Appoggiatela sulla brace del caminetto in modo che l’intingolo possa bollire molto lentamente.
Salate le palombe dentro e fuori, spennellatele con l’emulsione preparata, infilatele nello spiedo, appoggiatelo sugli alari in posizione tale che durante la cottura il sugo cada nella leccarda. Cuocete le palombe per circa 35 minuti e, ogni tanto, spennellate i volatili con un rametto di rosmarino prima immerso nell’emulsione. A metà cottura aggiungete nella leccarda le acciughe spezzettate. A fine cottura ritirate lo spiedo, sfilate le palombe, tagliatele a metà, adagiate i quattro pezzi sulle fette di pane tostato e strofinato con l’aglio, disponetele sul piatto da portata. Filtrate l’intingolo della leccarda e versatelo a filo ben caldo sulle fette di pane.
La cottura di questo piatto richiede una certa esperienza nell’uso dello spiedo perché, alla fine, le palombe devono risultare ben arrostite fuori e con la carne ancora leggermente rossa dentro.