L'ARTIGIANATO UMBRO: TODI, PERUGIA, NORCIA
A cura di: Alessandro Albergotti, Margherita Boccali, Roberta Lopreiato, Lorenzo Vittori
ARTIGIANATO A TODI
Uno
dei principali centri produttivi dell’Umbria,
già in età comunale, è Todi.
Grazie, anche, alla sua posizione geografica che domina la valle del
Tevere, dal Medioevo si sviluppano in città le attività artigianali
di cui, di particolare rilievo è quella della lavorazione
del legno.
Questo tipo di lavorazione si deve anche alla presenza, nel
territorio, di floridi boschi, che sono ricchi di alberi dal pregiato
legno, come, il frassino, il ciliegio, il rovere, il noce, tanto per
citarne alcuni. La tradizione antica è tutt’oggi molto viva,
cosicché Todi
può
vantare una schiera di abili costruttori di mobili in stile, di
raffinati ebanisti, straordinari intagliatori e intarsiatori,
scultori e restauratori. I mobili vengono realizzati con tecniche
tradizionali, ispirandosi alla grande cultura del Cinquecento. Basta
camminare per le vie della città per imbattersi nei loro laboratori,
che spesso sono inseriti in cornici ambientali di grande suggestione.
Nel corso degli anni a Todi
non
si è perso quel patrimonio di creatività e di abilità manuale che
è stato trasmesso da una generazione all’altra sino ai giorni
nostri, mantenendo accesa la fiaccola di un artigianato di grande
prestigio. Gli artigiani, nel trasformare il legno in oggetti unici,
trasmettono il loro sapere e le loro competenze, la lavorazione a
mano, appunto, riesce a comunicare la naturalezza del prodotto e
l’attenzione per le finiture, dando luogo a prodotti diversi,
unici, non superficiali, ma pieni di significato, di storia e di
memoria. Prodotti che non temono di invecchiare, ma che, anzi, grazie
al tempo acquistano maggiore fascino e pregio. La conoscenza delle
tecniche originali permette di procedere alla conservazione e al
restauro di opere di elevato valore.
Due
delle più importanti tecniche di lavorazione
del legno
sono
l’intarsio e l’intaglio. La prima consiste nel tagliare e
assemblare dei piccoli pezzi di legno (a volte inferiori al
millimetro) con varie forme e colori. Tagliati e sagomati in base al
disegno da riprodurre, accostati, realizzano mosaici, motivi
ornamentali o figure. La seconda tecnica, quella dell’intaglio
consiste nella scultura del legno attraverso attrezzi in acciaio, per
piegarne la forma in esiti plastici decorativi (mobili in stile) o
scultorei ( raffigurazione di santi spesso a grandezza naturale). Di
pregio anche la cosiddetta “arte povera”, ossia la produzione di
mobili rustici, più essenziali e lineari rispetto ai più elaborati
in stile rinascimentale o barocco.
ARTIGIANATO A PERUGIA
L’arte della tessitura, vanta in Umbria e soprattutto a Perugia, un’antica tradizione. Infatti è tra il 1300 e il 1400 che l’Umbria si afferma per la produzione della famose “Tovaglie Perugine”. Tale lavorazione diffusa già nel 1200, è caratterizzata da decorazioni geometriche e raffigurazioni di animali come grifi, aquile, e da un tipico colore per le parti decorate, il turchino, possiamo comunque trovare alcuni pezzi in rosso o in marrone. Queste opere venivano usate, prevalentemente, nelle chiese come tovaglie da altare. L’importanza della Tovaglia perugina, come arredo liturgico, è anche, ampiamente documentata dalla frequenza con cui appare nei dipinti dei più grandi pittori del XIV° e del XV° secolo: da Simone Martini, a Giotto fino a Leonardo Da Vinci. Tale lavorazione decade nel 1500, ma tra il 1800 e il 1900 si assiste alla ripresa imprenditoriale, che avviene in prevalenza con la tecnica del telaio jacquard. Il suddetto telaio ha la capacità di eseguire disegni complessi. Si tratta di un normale telaio a cui si è aggiunto un macchinario che permette la movimentazione automatica dei singoli fili. Probabilmente è la più grande invenzione nel campo dell’industria tessile, in quanto, permette di produrre tessuti con il lavoro di un solo tessitore. Nel 1921 a Perugia, l’imprenditrice Giuditta Bronzetti fondò il Laboratorio-Scuola artigianale per la produzione di tessuti artistici di alta qualità. Da allora, la passione per l’arte della tessitura a mano si è tramandata di madre in figlia e ogni generazione ha caratterizzato la produzione secondo le proprie vocazione e i propri studi.
ARTIGIANATO A NORCIA
Una
delle attività più importanti a Norcia,
è sicuramente la
lavorazione delle carni suine.
Una tradizione artigianale che affonda le sue radici nel tempo; una
tradizione secolare, tramandata da padre in figlio da svariate
generazioni, che ha conquistato, nel tempo, una tale rinomanza da
vedere inseriti nel dizionario della lingua italiana i termini di
“norcino” e “norcineria”. In Italia, tra il XII e il XVII
secolo, si osserva un forte sviluppo dei mestieri legati alla
trasformazione delle carni suine. In questo periodo, nasce la figura
del norcino, che, grazie alla sua abilità, dà vita alla creazione
di nuovi prodotti di salumeria. L’arte della norcineria ha la sua
sede storica a Norcia,
in Valnerina,
la zona più verde e caratteristica dell'Umbria,
dove le particolari condizioni climatiche e morfologiche, hanno da
sempre favorito la stagionatura di insaccati derivanti dalla
lavorazione della carne. Perché
Norcia
sia
diventata il simbolo stesso della salumeria appenninica è questione
che affascina molti studiosi. Possiamo dire, che la più possibile, è
l’esistenza di un diretto rapporto con la vicina scuola anatomica
di Preci, fiorente nel Medio Evo. Secondo la sua alternanza, chi non
riuscì ad essere chirurgo imparò a sezionare correttamente gli
animali. Tra i prodotti della norcineria, meritano di essere
nominati, il prosciutto IGP di Norcia, il salame di Norcia, il
capocollo, il lombetto, la salsiccia, il mazzafegato, il barbozzo, i
cojoni di mulo, la coppa, il sanguinaccio e la ventresca.
Altra attività artigianale importante del territorio di Norcia è la produzione casearia. Vengono create ricotte, formaggi freschi, stagionati e a pasta dura. Rinomato è il pecorino di Norcia, stagionato per un periodo che va dai 60 giorni fino ad arrivare, anche, ad un anno. Pur non essendo un prodotto certificato, la sua provenienza locale è certa, vista appunto la storica tradizione e l’abbondante presenza di pascoli. Recentemente si usano due metodi di stagionatura, sicuramente più famosa nel territorio è quella in fossa (in buche profonde alcuni metri), l’altra è quella in botte (in botti dove ha maturato il vino).
Anche l’artigianato del ferro battuto è un’attività che a Norcia vanta una tradizione secolare alle spalle. Già nel 1500 aveva raggiunto un alto livello specialistico con la collezione dei “ferri chirurgici”, utilizzata nella Scuola Chirurgica di Norcia e Preci. Ancora oggi, però, continua a dare lustro alla città con lavorazioni di oggetti artistici.
Da
non dimenticare, anche la fiorente
lavorazione del legno massello:
sono ancora presenti botteghe per il restauro, la fattura di mobili
in stile e scolpiti. Anche quest’ultima
attività è antichissima e ha dato origine ad una notevole
produzione artistica che ancora oggi continua, tramandandosi di
generazione in generazione.Altra attività artigianale importante del territorio di Norcia è la produzione casearia. Vengono create ricotte, formaggi freschi, stagionati e a pasta dura. Rinomato è il pecorino di Norcia, stagionato per un periodo che va dai 60 giorni fino ad arrivare, anche, ad un anno. Pur non essendo un prodotto certificato, la sua provenienza locale è certa, vista appunto la storica tradizione e l’abbondante presenza di pascoli. Recentemente si usano due metodi di stagionatura, sicuramente più famosa nel territorio è quella in fossa (in buche profonde alcuni metri), l’altra è quella in botte (in botti dove ha maturato il vino).
Anche l’artigianato del ferro battuto è un’attività che a Norcia vanta una tradizione secolare alle spalle. Già nel 1500 aveva raggiunto un alto livello specialistico con la collezione dei “ferri chirurgici”, utilizzata nella Scuola Chirurgica di Norcia e Preci. Ancora oggi, però, continua a dare lustro alla città con lavorazioni di oggetti artistici.
Altre attività artigianali di buon livello, erano presenti sul territorio di Norcia, in gran parte oggi scomparse. Molte di queste si concentravano in via Legnano, detta appunto “via degli artigiani”. Fino a qualche anno fa vi lavorava un “materassaio” e “bastaio”: la sua abilità, non era solo quella di confezionare materassi con foglie di mais, crini di animale e vegetale, paglia e lana, ma anche quella di creare basti per asini e muli, in legno e pelle, e selle per cavalli. La via era anche animata dalla bottega del “ramaio”, un maestro capace di trasformare un foglio di rame, col solo uso del martello, in una caldaia, un imbuto,una pentole o in una padelle. Nella “via degli artigiani” erano presenti anche il falegname, l’arrotino, l’impagliasedie, il “facocchio” (abile nel realizzare carri e ruote) e il maniscalco, quest’ultimo mestiere è ancora in vita.
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