venerdì 6 febbraio 2015

Le maschere della commedia dell’arte



A cura di: Michela Bernardini e Irina Anton

Molte maschere del Carnevale coincidono con quelle della commedia dell’arte in cui ogni spettacolo poggiava su un nucleo di personaggi di vario tipo con ruoli costanti, ma con nomi e costumi diversi; infatti le maschere della commedia dell’arte sono numerosissime e alcune di esse possono assumere ruoli e funzioni sceniche diverse anche in spettacoli rappresentati dalla stessa compagnia.
Ogni scenario presenta una decina di ruoli di base:
- due vecchi;
- due servi;
- un capitano;
- una o due servette;
- due coppie di innamorati;
ma spesso si aggiungono personaggi di contorno e si raddoppiano figure o coppie di base.
 

Le due coppie dei vecchi e dei servi costituiscono le cosiddette “quattro maschere” di base. Quasi fisse sono le maschere che ricoprono i due ruoli dei vecchi: la più costante è Pantalone (mercante veneziano, capofamiglia con figli e/o figlie innamorati, ricco, aggressivo e ambizioso); ed anche il vecchio che è sempre un dottore (uomo di legge, amico o rivale di Pantalone). I servi possono avere maschere e nomi molto vari, distinguibili in tre tipi fondamentali, secondo il vestito che indossano.
Il più celebre e frequente è Arlecchino (con il suo tipico abito variamente colorato e con il suo linguaggio di facchino bergamasco); altri sono Scapino, Brighella, Beltrame e Trappolino, ma il più celebre è Pulcinella (indossa un vestito bianco a maniche larghe e una mezza maschera nera dal grande naso).


Fonte: Giulio Ferroni, Profilo storico della letteratura italiana, Einaudi scuola, 1992.

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