martedì 27 maggio 2014

Artigianato in Umbria

L'ARTIGIANATO UMBRO

A cura di: Alessandro Albergotti, Margherita Boccali, Roberta Lopreiato, Lorenzo Vittori


L'Umbria è una terra piena di opportunità e di tradizioni tramandate da padre in figlio; una di queste tradizioni è l'artigianato.
Artigianato e arte camminano parallelamente, entrambe affondano le radici nei secoli, tramandando di generazione in generazione i segreti della lavorazione nelle antiche botteghe artigiane.
L'artigianato in Umbria ha conservato infatti le tradizioni e le abitudini di un tempo, attività legate a modi di produzione dalle radici antichissime. Le origini risalgono al Medioevo ma è nel Rinascimento che queste "Arti minori" raggiungono il massimo splendore.
Diventano famose le ceramiche di Deruta, le maioliche di Gubbio e di Gualdo Tadino, si intensifica la produzione del ferro battuto di Città della Pieve, Gubbio, Assisi, Cascia, Magione e Montone. I tessuti di Perugia acquistano rinomanza e pregio, anche per i tovagliati e i merletti di Orvieto, il ricamo di Assisi e di Città di Castello o l'arte dell'intaglio hanno la stessa celebrità per il pregio e la scrupolosa lavorazione. Ceramica, terracotta, tessitura, ricamo, ferro battuto, legno e restauro, non soltanto quindi semplici categorie merceologiche di un comparto produttivo di grande peso nell'economia della regione, ma soprattutto declinazioni di altrettante espressioni di arte che hanno costruito nel tempo la civiltà artistica e materiale dell'Umbria.

LA CERAMICA
La ceramica di Deruta racconta la vita quotidiana dei popoli e i cambiamenti del gusto decorativo, fino a tradurre in arte una produzione nata per rifornire gli uomini di oggetti di uso comune.
A Deruta fin dall'epoca degli Etruschi si tramanda l'arte della ceramica. La produzione odierna, si ricongiunge a un'arte iniziata con le preziose ceramiche arcaiche medievali e affermatasi nel Rinascimento, quando nobili italiani e stranieri commissionavano alle botteghe artigiane "piatti da pompa" (per occasioni importanti), "piatti a quartieri" (con il bordo decorato a settori), o "coppe amatorie" (con la dama e il putto raffigurati al centro), dagli splendidi effetti iridescenti, dorati e rossastri. Contribuì al successo della produzione derutese anche l'applicazione decorativa ispirata agli affreschi del Perugino e del Pinturicchio. Oggi la ceramica ha avuto uno sviluppo industriale con il sorgere di numerose aziende artigiane ma anche di grandi aziende che fabbricano apparecchiature per la produzione di ceramica.
Da tempo è presente nel centro storico di Deruta la Scuola d'Arte Ceramica che ha l'obiettivo di introdurre i propri allievi alle aspirazioni creative con la disciplina, l'apprendimento ed il perfezionamento delle tecniche della ceramica. Sono presenti corsi di Decorazione, Foggiatura, Tecnologia, Restauro, Raku.
Con il Museo Regionale della Ceramica presente all'interno dell'ex Convento di San Francesco, numerosi visitatori durante l'anno vengono attirati per gli oggetti d'uso prodotti dal Medioevo fino al secolo scorso come anche il pavimento della Chiesa di San Francesco di Deruta. Si tratta quindi di una tradizione antichissima e di un'arte famosa da sempre in tutto il mondo.


LA MAIOLICA
La maiolica artistica e l'arte della ceramica italiana sono rinomate nel mondo per la qualità del decoro e per la varietà delle forme. La più antica ceramica italiana veniva realizzata già nel periodo pre-romano con tecniche così raffinate da permetterle di esprimere nella maiolica e negli smalti antichi un arte ed un gusto per la rappresentazione tanto di scene di vita quotidiana quanto di decorazioni geometriche astratte.
Gubbio è centro rinomato per l'eleganza della maiolica decorata a mano, Per la precisione quando si parla di maiolica vanno intesi quei prodotti ceramici formati da paste porose a base di argilla e di piccole quantità di carbonato di calcio cotto al forno e ricoperto di uno smalto metallico specialmente a base di biossido di stagno,ma è tra la fine del XV secolo e l'inizio del secolo XVI, in concomitanza con la fiorente attività delle botteghe del celebre lustratore Mastro Giorgio Andreoli e, grazie anche alla sua invenzione del riverbero, che la ceramica eugubina raggiunge livelli altissimi. Dopo il declino produttivo e qualitativo dei secoli XVII e XVIII, sin dal 1920, l'arte della ceramica conosce un rinnovato impulso e, a conferma del notevole interesse rivestito da tale attività, nel 1956 viene istituita la Biennale della Ceramica.
Prestigiosa è la produzione di Gualdo Tadino, dove gli artigiani realizzano ancora le ceramiche a riflessi a terzofuoco. La produzione di manufatti in ceramica a Gualdo è già in atto, con ogni probabilità nel secolo XIV, ma, esplicitamente, è citata nelle Riformanze eugubine del 1456. La produzione della ceramica, soprattutto di Maiolica Bianca, continua a crescere, ininterrottamente e senza grossi sussulti, per tutto il XVII (quando i ceramisti gualdesi operano anche fuori patria) e durante tutto il secolo XVIII (quando si aprono grandi fabbriche prestigiose) fino a raggiungere altissimi livelli qualitativi di oggi.
Da non dimenticare la ceramica artistica di Umbertide, che si contraddistingue per l'applicazione del nero fratta che dà suggestivi riflessi metallici, mentre a Città di Castello sono le decorazioni araldiche e i rilievi a connotare la produzione locale.


LAVORAZIONE DI TESSUTI
La lavorazione dei tessuti si pratica in Umbria fin dal XII secolo. Ha subito l'influenza della tradizione francese e in particolare degli arazzieri di Lilla e di Giacomo Bergierès, che esprimono alcune forme tipiche di Perugia, come i tessuti di alcune Manifatture e la famosa "tovaglia perugina", tessuta a "occhio di pernice", in lino bianco con fasce blu, in uso sacro o profano, riconoscibilissima in alcuni dipinti duecenteschi, conservati nei musei e nelle chiese umbre. La lavorazione di questi tessuti, divenuti nel tempo famosissimi sia in Italia che in tutta Europa, si ispira alla cultura medio-orientale e si esprime con motivi e decorazioni geometriche, figure umane, o animali e frasi augurali. Oggi il revival delle tecniche e dei modelli medievali e rinascimentali, si traduce nella ripresa della tessitura manuale, ci sono ancora artigiani che utilizzano antichissimi telai di legno, rispettando rigorosamente la tradizione nelle tecniche, nel disegno, e nel colore. A Perugia esiste la produzione del tessuto "fiamma di Perugia", a Città di Castello e ad Assisi la ripresa del punto rinascimentale a doppia croce detto "Punto Assisi", nell'Isola Maggiore del Lago Trasimeno e nel laboratorio dell'Ars Panicalensis, il merletto rifiorisce come lavorazione all'uncinetto, denominata "pizzo d'Irlanda" e Orvieto invece si fregia della superba produzione della Ars Wetana, particolare tipo di merletto irlandese, famosissimo in tutto il mondo. Oggi esistono fabbriche che hanno storia secolare e sono presenti sul mercato con una produzione artigianale ricchissima e di gran pregio.



LAVORAZIONE DEL FERRO BATTUTO
La lavorazione del ferro battuto è una specializzazione artigianale tipica della civiltà contadina. I maggiori centri di produzione sono ad Assisi, Città della Pieve, Gubbio, capitale umbra di questa lavorazione dove si eccelle la fabbricazione delle armi in ferro battuto che riproducono modelli antichi. Cascia era invece specializzata nella singolare produzione di pinze per le ostie. Norcia nel Cinquecento per la produzione di ferri chirurgici, Villamagina, specializzata in lime e raspe e Magione si distingue per la lavorazione a sbalzo nel rame


LAVORAZIONE DEL LEGNO
L’Umbria, terra di artigiani ma anche territorio dalle mille risorse come la pietra rosa, il legno di noce, ciliegia, quercia, olmo e soprattutto ulivo, materiali ideali per la realizzazione di sculture e intagli. Numerosi sono i capolavori artistici ancora visibili in molti palazzi e cattedrali umbri, altri sono stati persino esportati all’estero come lo studiolo del Duca nel Palazzo Ducale di Gubbio, oggi al Metropolitan di New York. Espressa mirabilmente negli apparati decorativi lignei di chiese e palazzi, per tutto il Rinascimento e il Barocco, sono i due modi di cui si è applicata in Umbria questa arte antica e vitale. Oggi l'artigianato del legno e del restauro si è modificato rispetto al passato, applicandosi soprattutto alla lavorazione dei mobili in stile e moderni al restauro dei pezzi antichi e all'antiquariato. Città di Castello e Gubbio vantano piccole industrie di mobili in stile, laboratori di restauro e negozi di antiquariato; Todi annovera intagliatori, ebanisti, scultori, restauratori, artigiani, produttori di mobili, in stile e numerosi negozi d'antiquariato; Assisi e Perugia schierano restauratori ed antiquari.





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