L'ARTIGIANATO
UMBRO
A
cura di: Alessandro Albergotti, Margherita Boccali, Roberta
Lopreiato, Lorenzo Vittori
L'Umbria è una terra piena di opportunità e di tradizioni tramandate da padre in figlio; una di queste tradizioni è l'artigianato.
Artigianato
e arte camminano parallelamente, entrambe affondano le radici nei
secoli, tramandando di generazione in generazione i segreti della
lavorazione nelle antiche botteghe artigiane.
L'artigianato
in Umbria ha conservato infatti le tradizioni e le abitudini di un
tempo, attività legate a modi di produzione dalle radici
antichissime. Le origini risalgono al Medioevo ma è nel Rinascimento
che queste "Arti minori" raggiungono il massimo splendore.
Diventano
famose le ceramiche di Deruta, le maioliche di Gubbio e di Gualdo
Tadino, si intensifica la produzione del ferro battuto di Città
della Pieve, Gubbio, Assisi, Cascia, Magione e Montone. I tessuti di
Perugia acquistano rinomanza e pregio, anche per i tovagliati e i
merletti di Orvieto, il ricamo di Assisi e di Città di Castello o
l'arte dell'intaglio hanno la stessa celebrità per il pregio e la
scrupolosa lavorazione. Ceramica, terracotta, tessitura, ricamo,
ferro battuto, legno e restauro, non soltanto quindi semplici
categorie merceologiche di un comparto produttivo di grande peso
nell'economia della regione, ma soprattutto declinazioni di
altrettante espressioni di arte che hanno costruito nel tempo la
civiltà artistica e materiale dell'Umbria.
LA CERAMICA
La
ceramica di Deruta racconta la vita quotidiana dei popoli e i
cambiamenti del gusto decorativo, fino a tradurre in arte una
produzione nata per rifornire gli uomini di oggetti di uso comune.
A
Deruta fin dall'epoca degli Etruschi si tramanda l'arte della
ceramica. La produzione odierna, si ricongiunge a un'arte iniziata
con le preziose ceramiche arcaiche medievali e affermatasi nel
Rinascimento, quando nobili italiani e stranieri commissionavano alle
botteghe artigiane "piatti da pompa" (per occasioni
importanti), "piatti a quartieri" (con il bordo decorato a
settori), o "coppe amatorie" (con la dama e il putto
raffigurati al centro), dagli splendidi effetti iridescenti, dorati e
rossastri. Contribuì al successo della produzione derutese anche
l'applicazione decorativa ispirata agli affreschi del Perugino e del
Pinturicchio. Oggi la ceramica ha avuto uno sviluppo industriale con
il sorgere di numerose aziende artigiane ma anche di grandi aziende
che fabbricano apparecchiature per la produzione di ceramica.
Da
tempo è presente nel centro storico di Deruta la Scuola d'Arte
Ceramica che ha l'obiettivo di introdurre i propri allievi alle
aspirazioni creative con la disciplina, l'apprendimento ed il
perfezionamento delle tecniche della ceramica. Sono presenti corsi di
Decorazione, Foggiatura, Tecnologia, Restauro, Raku.
Con
il Museo Regionale della Ceramica presente all'interno dell'ex
Convento di San Francesco, numerosi visitatori durante l'anno vengono
attirati per gli oggetti d'uso prodotti dal Medioevo fino al secolo
scorso come anche il pavimento della Chiesa di San Francesco di
Deruta. Si tratta quindi di una tradizione antichissima e di un'arte
famosa da sempre in tutto il mondo.
LA
MAIOLICA
La
maiolica artistica e l'arte della ceramica italiana sono rinomate nel
mondo per la qualità del decoro e per la varietà delle forme. La
più antica ceramica italiana veniva realizzata già nel periodo
pre-romano con tecniche così raffinate da permetterle di esprimere
nella maiolica e negli smalti antichi un arte ed un gusto per la
rappresentazione tanto di scene di vita quotidiana quanto di
decorazioni geometriche astratte.
Gubbio
è centro rinomato per l'eleganza della maiolica decorata a mano, Per
la precisione quando si parla di maiolica vanno intesi quei prodotti
ceramici formati da paste porose a base di argilla e di piccole
quantità di carbonato di calcio cotto al forno e ricoperto di uno
smalto metallico specialmente a base di biossido di stagno,ma è tra
la fine del XV secolo e l'inizio del secolo XVI, in concomitanza con
la fiorente attività delle botteghe del celebre lustratore Mastro
Giorgio Andreoli e, grazie anche alla sua invenzione del riverbero,
che la ceramica eugubina raggiunge livelli altissimi. Dopo il declino
produttivo e qualitativo dei secoli XVII e XVIII, sin dal 1920,
l'arte della ceramica conosce un rinnovato impulso e, a conferma del
notevole interesse rivestito da tale attività, nel 1956 viene
istituita la Biennale della Ceramica.
Prestigiosa
è la produzione di Gualdo Tadino, dove gli artigiani realizzano
ancora le ceramiche a riflessi a terzofuoco. La produzione di
manufatti in ceramica a Gualdo è già in atto, con ogni probabilità
nel secolo XIV, ma, esplicitamente, è citata nelle Riformanze
eugubine del 1456. La produzione della ceramica, soprattutto di
Maiolica Bianca, continua a crescere, ininterrottamente e senza
grossi sussulti, per tutto il XVII (quando i ceramisti gualdesi
operano anche fuori patria) e durante tutto il secolo XVIII (quando
si aprono grandi fabbriche prestigiose) fino a raggiungere altissimi
livelli qualitativi di oggi.
Da
non dimenticare la ceramica artistica di Umbertide, che si
contraddistingue per l'applicazione del nero fratta che dà
suggestivi riflessi metallici, mentre a Città di Castello sono le
decorazioni araldiche e i rilievi a connotare la produzione locale.
LAVORAZIONE DI TESSUTI
La
lavorazione dei tessuti si pratica in Umbria fin dal XII secolo. Ha
subito l'influenza della tradizione francese e in particolare degli
arazzieri di Lilla e di Giacomo Bergierès, che esprimono alcune
forme tipiche di Perugia, come i tessuti di alcune Manifatture e la
famosa "tovaglia perugina", tessuta a "occhio di
pernice", in lino bianco con fasce blu, in uso sacro o profano,
riconoscibilissima in alcuni dipinti duecenteschi, conservati nei
musei e nelle chiese umbre. La lavorazione di questi tessuti,
divenuti nel tempo famosissimi sia in Italia che in tutta Europa, si
ispira alla cultura medio-orientale e si esprime con motivi e
decorazioni geometriche, figure umane, o animali e frasi augurali.
Oggi il revival delle tecniche e dei modelli medievali e
rinascimentali, si traduce nella ripresa della tessitura manuale, ci
sono ancora artigiani che utilizzano antichissimi telai di legno,
rispettando rigorosamente la tradizione nelle tecniche, nel disegno,
e nel colore. A Perugia esiste la produzione del tessuto "fiamma
di Perugia", a Città di Castello e ad Assisi la ripresa del
punto rinascimentale a doppia croce detto "Punto Assisi",
nell'Isola Maggiore del Lago Trasimeno e nel laboratorio dell'Ars
Panicalensis, il merletto rifiorisce come lavorazione all'uncinetto,
denominata "pizzo d'Irlanda" e Orvieto invece si fregia
della superba produzione della Ars Wetana, particolare tipo di
merletto irlandese, famosissimo in tutto il mondo. Oggi esistono
fabbriche che hanno storia secolare e sono presenti sul mercato con
una produzione artigianale ricchissima e di gran pregio.
LAVORAZIONE DEL FERRO BATTUTO
La
lavorazione del ferro battuto è una specializzazione artigianale
tipica della civiltà contadina. I maggiori centri di produzione sono
ad Assisi, Città della Pieve, Gubbio, capitale umbra di questa
lavorazione dove si eccelle la fabbricazione delle armi in ferro
battuto che riproducono modelli antichi. Cascia era invece
specializzata nella singolare produzione di pinze per le ostie.
Norcia nel Cinquecento per la produzione di ferri chirurgici,
Villamagina, specializzata in lime e raspe e Magione si distingue per
la lavorazione a sbalzo nel rame
LAVORAZIONE DEL LEGNO
L’Umbria,
terra di artigiani ma anche territorio dalle mille risorse come la
pietra rosa, il legno di noce, ciliegia, quercia, olmo e soprattutto
ulivo, materiali ideali per la realizzazione di sculture e intagli.
Numerosi sono i capolavori artistici ancora visibili in molti palazzi
e cattedrali umbri, altri sono stati persino esportati all’estero
come lo studiolo del Duca nel Palazzo Ducale di Gubbio, oggi al
Metropolitan di New York. Espressa mirabilmente negli apparati
decorativi lignei di chiese e palazzi, per tutto il Rinascimento e il
Barocco, sono i due modi di cui si è applicata in Umbria questa arte
antica e vitale. Oggi l'artigianato del legno e del restauro si è
modificato rispetto al passato, applicandosi soprattutto alla
lavorazione dei mobili in stile e moderni al restauro dei pezzi
antichi e all'antiquariato. Città di Castello e Gubbio vantano
piccole industrie di mobili in stile, laboratori di restauro e negozi
di antiquariato; Todi annovera intagliatori, ebanisti, scultori,
restauratori, artigiani, produttori di mobili, in stile e numerosi
negozi d'antiquariato; Assisi e Perugia schierano restauratori ed
antiquari.
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